ANCHE A PAULLO AVREMO LE COMMISSIONI

ANCHE A PAULLO AVREMO LE COMMISSIONI

La settimana scorsa, mercoledì 11 dicembre, si è tenuta in Comune, per la prima volta dopo anni, la Conferenza dei Capigruppo. All’ordine del giorno c’era la questione delle commissioni consultive, che le opposizioni avevano chiesto a gran voce già da luglio e che nella passata consigliatura non sono mai state istituite, ad eccezione di quella urbanistica e di quella paesistica. Quest’ultima è stata istituita solo nel gennaio 2023, ben oltre la metà del mandato.

Per statuto il Comune di Paullo deve obligatoriamente istituire almeno le quattro commissioni sotto elencate. Contrariamente è necessaria una deibera di Consiglio motivata. Alla quattro previste se ne possono aggiungere altre, nel caso se ne ravveda la necessità:

a) Commissione urbanistica;
b) Commissione Giovani;
c) Commissione Scuola;
d) Commissione Ambiente.

Ma la domanda fondamentale è la seguente: perché il Sindaco Gianolli, diversamente da quanto fatto precedentemente da Lorenzini, ha deciso di ripristinare le commissioni? Ci sembra che l’assessore Guida sostenesse, all’inizio dello scorso mandato, che le commissioni fossero inutili. Probabilmente ora ha cambiato idea, ma è senza alcun dubbio vero che con le commissioni attivate le minoranze saranno maggiormente coinvolte nell’attività amministrativa e l’opposizione dura registrata finora dovrà necessariamente addolcirsi. Volendole fare, le commissioni si potevano fare subito, in estate, come è successo nei comuni vicini, ma potrebbe essere che la decisione di farle sia solo la conseguenza dell’opposizione di questi mesi, in particolare su SPM, che sta mettendo in seria difficoltà l’Amministrazione. Questo forse spiegherebbe il motivo per cui la conferenza dei capigruppo sia stata convocata quasi alla scadenza dei 180 giorni previsti dallo statuto.

Comunque, lasciando perdere analisi politiche che non possono essere verificate, le commissioni consultive hanno dei pro e dei contro. A Paullo, in base al regolamento tuttora in vigore, ogni commissione è composta da 9 membri, di cui 1/3 devono essere riservati alle minoranze consigliari. In linea di massima, se questo regolamento verrà mantenuto significa che per le commissioni verranno coinvolti almeno una trentina di cittadini, se non di più. Speriamo che nella scelta di tutte queste persone i partiti, che nelle liste civiche sono sempre presenti, checché se ne dica, consentano una partecipazione libera anche da parte di cittadini che non hanno una tessera in tasca.


Le commissioni consultive nell’amministrazione locale sono organi che supportano gli enti locali (come i comuni o le province) nell’elaborazione di decisioni e politiche pubbliche. Non hanno potere decisionale, ma svolgono un ruolo importante nel fornire pareri, proposte e consulenza su determinate materie o settori di competenza.

Funzioni principali:
Supporto tecnico e specialistico: Forniscono competenze specifiche su questioni tecniche, giuridiche o amministrative.
Consulenza e pareri: Offrono pareri consultivi, che possono essere obbligatori (ma non vincolanti) su determinati argomenti, come previsto dalla normativa o dai regolamenti interni dell’ente locale.
Analisi e studio: Analizzano problematiche di interesse pubblico e formulano proposte per affrontarle.
Partecipazione democratica: Favoriscono il coinvolgimento di cittadini, rappresentanti della società civile o esperti esterni nella gestione delle politiche locali.

Ambiti di intervento:
Le commissioni consultive possono riguardare vari settori, come:
Urbanistica (es. piani regolatori);
Ambiente (es. tutela del territorio);
Cultura e istruzione;
Attività produttive (es. commercio, turismo);
Politiche sociali.

Composizione:
La composizione varia a seconda del regolamento dell’ente, ma di solito comprende:
Consiglieri comunali o provinciali;
Esperti del settore (tecnici o professionisti);
Rappresentanti della società civile, associazioni o cittadini.

Limiti:
Le commissioni consultive non hanno potere decisionale. I loro pareri servono a guidare e orientare il processo decisionale, ma l’autorità finale spetta al consiglio comunale, alla giunta o al sindaco. In sintesi, le commissioni consultive servono a garantire una maggiore qualità delle decisioni amministrative, grazie al contributo di esperti e rappresentanti della comunità.

Roberto Bellavita

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