Due romanzi di Antonio Manzini

Due romanzi di Antonio Manzini

Quattro anni or sono il noto scrittore Antonio Manzini pubblicava per i tipi di Sellerio “Gli ultimi giorni di quiete”, esattamente un anno fa lo stesso scrittore pubblicava in Mondadori “Tutti i particolari in cronaca”.

Per entrambi i romanzi, ciò che emerge è la profonda conoscenza dell’autore dei meccanismi della legge e della giustizia italiane. Probabilmente è superfluo sostenere che questi ingranaggi non funzionano sempre bene: è scontato, quasi banale. Tuttavia, a molti (moltissimi) è capitato di rimanere invischiati direttamente o indirettamente nelle spire di una giustizia arbitraria e incomprensibile, ambigua e umiliante.

Segnalo e raccomando ai lettori queste due opere davvero coinvolgenti e profonde. La prima, “Gli ultimi giorni di quiete”, è un’opera narrativa psicologica giocata tra ragione e sentimenti, etica e realtà dell’esistenza. Anche se produce tensione non si può definire un ‘giallo tout court’. La seconda, “Tutti i particolari in cronaca”, invece, si avvicina di più al genere ‘giallo’ ma possiede una connotazione drammatica che supera l’intreccio noir o, se preferite, poliziesco.

Sono due opere che pongono a tutti coloro che hanno subìto un’ingiustizia il fondamentale interrogativo su come comportarsi di fronte ad essa e soprattutto che cosa si è disposti a fare. Un interrogativo che l’autore svela dando risposte sorprendenti e difformi, insolite e disorientanti.

Antonio Manzini, iperconosciuto per aver creato il grande vicequestore Rocco Schiavone, supera in questi due romanzi il genere poliziesco e ci offre storie di vita tragiche, dolorose e straordinarie.

Be’, alla fine consoliamoci (si fa per dire) con Shakespeare: 

«È una bella prigione, il mondo».

Stefano Rosa